Danzare bene non è solo riuscire a fare una coreografia, (soprattutto se la coreografia è imparata a memoria ed eseguita in modo meccanico), ma è permettere alla danza che esiste dentro di noi di esprimersi nei movimenti del corpo lasciando emergere la nostra sensibilità.
Una danza che coinvolge completamente la danzatrice, ma anche chi la osserva, è una danza che viene vissuta dall’interno, una danza nutrita dal respiro delle emozioni; la poesia di una danzatrice, quello che fa sognare o piangere un pubblico, sta nello sguardo interno che lei rivolge a se stessa mentre danza e nell’esprimere appieno la donna che è in lei.
Per sviluppare le proprie potenzialità, fare del corpo lo strumento della propria anima e imparare ad esprimersi con il linguaggio profondo della danza, bisogna andare contro la voce che ci inibisce, che ci dice di non metterci in evidenza, bisogna rivelare se stesse senza fuggire da ciò che nasce da noi.
Per crescere nella danza bisogna imparare a vivere il piacere del movimento, non attraverso il dominio del corpo, la razionalizzazione dei movimenti, ma lasciandosi andare, abbandonandosi al gesto, all’istinto, imparando a dare priorità alla nostra voce interiore non giudicante che accetta tutte le emozioni che vengono in superficie e le lascia andare.
Ma come poter avere fiducia nella danza che è dentro di noi in modo che il corpo sia ispirato da un movimento genuino, un movimento che non suoni falso o innaturale ai nostri occhi ma anche agli occhi del pubblico?
Come arrivare alla poesia di una danza sentita veramente nel profondo, una danza che vada al di là delle apparenze e trovi il senso nascosto in ogni movimento del corpo?
Come trovare una dimensione spirituale femminile dentro il proprio corpo per mettersi in contatto con la propria fantasia ed immaginazione e dare quindi spazio anche alla “creazione” della propria danza?
Come imparare ad abitare il proprio corpo, valorizzare la forza del femminile e trasmettere la propria unicità?
Questa danza che nasce dalla consapevolezza di sé e ci mette in contatto con la nostra interiorità e con il nostro corpo, deve cominciare non con il movimento, ma con l’immobilità e l’ascolto del respiro: quando si è attenti al proprio respiro, infatti, ci si sente rilassati e concentrati, si ha una buona apertura alla vita, si è presenti a se stessi e si può educare il corpo e la mente a non avere fretta ma a coltivare la calma nei movimenti.
La calma nei movimenti (che non significa necessariamente eseguire una danza lentamente), si può raggiungere solo attraverso una profonda sicurezza che nasce da una piena fiducia nel nostro corpo, dalla consapevolezza che il corpo non ci tradirà, qualunque movimento noi eseguiremo e su qualunque palcoscenico.
Per raggiungere questa fiducia, bisogna tornare indietro alle basi della danza, bisogna affidarsi alla “tecnica” della danza, bisogna educare il corpo a muoversi in modo naturale utilizzando al meglio ogni singolo muscolo, ogni singola giuntura, ogni singola parte, bisogna imparare a muoversi nello spazio senza “perdersi”, bisogna dare una cornice alle emozioni e ai sentimenti che si vogliono esprimere, bisogna imparare a sostituire le nozioni (ciò che si sa) con le relative percezioni (ciò che si sente).
Per tutti questi motivi, si dimostra quanto mai necessaria la strutturazione di un laboratorio in cui si possa studiare la tecnica della danza, partendo dalle sue basi, per imparare a “gestire” in modo consapevole il proprio corpo e lo spazio in cui si danza, per approfondire lo studio della musica, in modo da arrivare ad utilizzare fantasia e immaginazione che partano da noi stesse, dal nostro corpo senza aspettare passivamente qualcuno o qualcosa che ci muova dall’esterno.
Il laboratorio consisterà in workshop tematici della durata di due ore e mezzo.
Durante i primi 45 minuti, si effettueranno esercizi di respirazione, stretching posturale, pilates, yoga, esercizi di potenziamento muscolare, di allineamento, di coordinazione ed equilibrio; nella successiva ora e 45 minuti, si approfondiranno le seguenti tematiche specifiche:
- 14 OTTOBRE : LA RELAZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO FISICO
- 25 NOVEMBRE: LA RELAZIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO MUSICALE
- 20 GENNAIO : IL SIGNIFICATO DEL GESTO E L’USO DELLO SGUARDO
- 10 FEBBRAIO : DANZARE I SIMBOLI
- 17 MARZO : DANZARE RENDENDO ESPRESSIVA OGNI PARTE DEL CORPO
- 21 APRILE : FONDAMENTI DI MUSICALITA’: IL TEMPO MUSICALE E IL TEMPO DANZATO.
- 19 MAGGIO : INTERPRETAZIONE DI SEQUENZE DINAMICHE E DISEGNI SPAZIALI. Possibilità, facoltativa, di portare un piccolo elaborato coreografico personale.
ORARIO: 10.00/12.30
LIVELLO OPEN
COSTO PER OGNI WORKSHOP:
PER LE ALLIEVE: 20 EURO
PER LE ESTERNE :25 EURO
IL LABORATORIO SI TIENE PRESSO L’ASSOCIAZIONE MARGANA, VIA DEI MALATESTA, 31 (VIA DI BRAVETTA)
"Quando il movimento diventa elastico, è danza.
Quando il movimento è totalmente presente al punto da annullare l 'ego, allora è danza.
Non occorre trovare un'altra meditazione:quando chi danza è perduto, la stessa danza diventa una meditazione.
L'essenziale è perdere sè stessi.
Viene un momento in cui tu non sei più...eppure la danza continua...."
"OSHO"